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..la melodia del mio cellulare

La suoneria del mio telefono sta squillando. Finora soltanto un dipendente di un mio cliente, sentendo la melodia, aveva esclamato con mio somma sorpresa: “Ma sono i Marillion!”
Il cellulare continua a suonare e io mi godo per alcuni secondi la melodia nonostante rinnovi in me il dispiacere per la morte di una carissima amica.
Forse è una forma di masochismo, penso tra me e me, il mantenerla come suoneria visto che il mio telefono squillerà almeno cinquanta volte al giorno. Ma forse è come il fatto che io non abbia mai tolto l'avviso, dal calendario Google, del compleanno di mio padre oramai morto da più di cinque anni, sebbene rinnovi ogni volta il dispiacere di non poterlo mai più rivedere.
Poi penso che sarebbe inutile rimuovere questi simboli visto che ciò che loro rappresentano oramai è radicato dentro di me e tutto rimane immutato.
Durante il nostro rapporto epistolare di mail elettroniche, in un momento di sempre più rara serenità, Giovanna (nome di fantasia) mi ricordò il titolo di questa canzone che aveva accompagnato il nostro breve periodo di frequentazioni.
Le scrissi che mi ricordavo perfettamente ma, in quel momento, le mentii spudoratamente facilitato dal mezzo espressivo.
Subito dopo, con la potenza di internet, non solo ritrovai la canzone da ascoltare ma ne trovai anche una versione in formato midi, un formato senza copyright e adatto ad essere trasformato in melodia per suoneria.
Dopo due ascolti mi ricordai del pezzo "Kayleigh" che non avevo più sentito in tutti questi anni.
"Pier Luigi, mi hanno detto che mi opereranno di nuovo ripulendo per la seconda volta il mio splendido cervellino! Chissà se sbaglieranno e toglieranno anche il pezzetto che ha registrato chi sei!" Questo mi diceva in una mail in un momento di apparente tranquillità e di voglia di scherzare!
Questa amica è una delle donne che mi ha reso partecipe dei suoi sentimenti in un momento particolarmente intenso per le preoccupazioni per una malattia che difficilmente lascia tregua.
I suoi pensieri erano talmente profondi e sinceri che nonostante la distanza e il frapporsi tra noi del mezzo elettronico, entravano dentro di me lasciandomi molte volte senza alcuna capacità di replica.
Chi mi conosce sa quanto ami mia moglie! Amo Caterina più della mia vita.
Caterina è perfettamente consapevole che se ama ciò che io sono, sa anche che ne è l'artefice principale e che un essere umano è comunque frutto delle sue esperienze e, nel mio caso, di ciò che mi hanno donato di se stesse le donne; donne che ho frequentato con i piccoli amori di gioventù prima di conoscere mia moglie e donne che ho frequentato e continuo a frequentare per amicizia, per passioni comuni, per lavoro.
Chissà perché ho sempre indotto fiducia nella mia interlocutrice tale da trasmettermi ciò che di più intimo e bello possa sentire dentro di sé sia nella gioia che nel dolore; la mia sensibilità fa poi il resto.
Le mail di Giovanna le ho ancora davanti, non solo nella mia mente ma anche nel mio computer anche se, dalla sua morte, non ho avuto più il coraggio di leggerle.
Lettere di una donna giovane, molto più giovane di me e piena di vita; una donna che ha lottato fino all'ultimissimo momento ed io ho avuto il grandissimo onore e purtroppo anche il grandissimo dolore, di essere stato in contatto fino a tre giorni dalla...
"...sono quasi al buio perché mi da fastidio la luce, ho spesso dei tremendi mal di testa e mi fanno male gli occhi, non riesco a tenerli aperti. Sto cercando di leggere il tuo libro ma leggo poche righe e poi mi fermo. Non ci riesco, mi affatico troppo e poi... mi sento stanca... tanto stanca... perdonami!"
Questo il suo ultimo messaggio dove mi diceva di aver dato disposizioni alla sua amica di mantenermi al corrente nel caso lei fosse ricoverata di nuovo.
Quella settimana purtroppo arrivò la telefonata della sua amica con le parole che se pur dette con la massima dolcezza, non avrei mai voluto sentir dire. E il giorno dopo partii per fare nella stessa giornata mille chilometri in auto per stare dieci minuti accanto alla sua semplice bara. Un feretro chiuso per non farsi vedere ma per farsi ricordare bellissima come io e tutti la ricordano; una volontà che già mi aveva anticipato in una mail.
Come può un uomo non rispettare una donna, arrivando persino ad ucciderla come ancora si sente dalle cronache. Una donna è una fonte inesauribile di amore, passione, sensibilità, capacità pragmatica di affrontare la vita e tu uomo se solo riuscissi a sintonizzare meglio il tuo cuore e la tua mente, potresti estasiarti per le infinite nuove forme d'onda che arriverebbero dentro di te rimanendole sempre grato.
Così come mi hanno insegnato e come continuano ad insegnarmi donne eccezionali che mi donano il loro amore come mia moglie o mi donano altrettanto amore, stima e fiducia come grandi amiche.
Come Giovanna che ricordo ogni volta che squilla il mio telefono....
(23 settembre 2017)
link per ascoltare il brano originale: https://www.youtube.com/watch?v=pQCu8Jp9iwM