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Anna

Un sole che riscalda i cuori...
I cuori frollosi di Annissima e una splendida lettura di un uomo che ama e onora la donna omaggio di un amico scrittore, cosa chiedere di più dalla vita! Che un nuovo giorno abbia inizio!!
(AnnaDi Paolantonio)
Anna
Siamo nel backstage di Amori Amari, intorno a me il gruppo di ragazzi del cast che si prepara: qualche battuta, l'ultima prova, l'abbigliamento, il trucco.
Per la maggior parte di loro potrei esserne il padre, ma il bello è che questi ragazzi si comportano come se fossi un loro coetaneo: è una sensazione che mi lusinga e mi gratifica.
Per un attimo invidio coloro che per mestiere, hanno sempre a che fare con i giovani: quello che puoi loro carpire ti rinnova e ti rigenera.
La mia mente è un turbinio di sensazioni, dalla meraviglia di scoprire che un palcoscenico è inclinato verso gli spettatori, all'ammirare la maestosità delle quinte anche in un teatro piccolo e grazioso come quello di Ortona.
Mi scopro assorto ad osservare Anna, l'ideatrice e la direttrice artistica di questo gruppo e della campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.
Lei non si accorge, è troppo presa dai preparativi. Rilevo in lei un fascino particolare fusione di un insieme di componenti che venti anni fa, quando la conobbi per la prima volta, non avrei mai immaginato. Certo, era una bella donna venti anni fa come lo è ancora oggi, ma ora la vedo in modo diverso.
Anna continua a prepararsi ma non risparmia complimenti a ciascun membro del cast ringraziandolo per il suo contributo; è attenta ad ognuno di loro, alle loro osservazioni, alle loro necessità.
Immagino che solo gli addetti ai lavori possano sapere che i preparativi dietro le quinte sono una sorta di “rituale intimo” dove ogni artista, concentrato sullo spettacolo, si prepara e interloquisce con gli altri componenti, con grande spontaneità e naturalezza, come all'interno di una seconda propria famiglia.
Faccio un profondo respiro come a voler incamerare tutta questa aria che mi circonda.
A parte qualche piccolo test sui microfoni e l'eventuale controllo del posizionamento del leggio per le mie letture, io non sono grandemente impegnato: ho solo l'agitazione che mi accompagna per il timore di non essere all'altezza del gruppo.
Ho in mano la lettura, anzi le due letture, perché stasera al Palazzo Kursaal a Giulianova Anna mi ha chiesto di leggere un secondo brano sul femminicidio. Era rimasta entusiasta leggendolo sul blog del mio editore. Era un brano che avevo scritto per il mio libro che poi non inserii tra i capitoli, perché lo percepivo come una mancanza d'amore verso le donne. Ridicolo, come se bastasse nascondere un brano per rimuovere il dannato problema!
Mentre mi aggiro avanti e indietro con i miei fogli come un archivista che non sa più dove metterli, mi scopro, ad osservare di nuovo Anna: è più forte di me. La sua bellezza, l'energia, la sua sensibilità e l'amore per ciò che sta facendo, le danno un fascino particolare.
Mi sento, ancora una volta, fortunato che la mia non sia “Una vita come tante” e tutt'oggi mi riservi la possibilità di interagire con donne che sanno lasciare un segno.
Una decina di giorni prima Teresa, titolare della casa editrice che aveva pubblicato il mio libro, mi chiamò al telefono: “Pier Luigi, ho parlato con la signora Anna Di Paolantonio che conduce una serie di spettacoli per sensibilizzare contro la violenza sulle donne. Le ho proposto di inserire una lettura di un brano estratto dal tuo libro.”
Risposi che aveva avuto una idea entusiasmante e mi misi subito al lavoro per preparare il brano da proporre alla signora Anna.
Non sempre un capitolo di un libro è adatto, così come lo ha scritto l'autore, ad essere letto in pubblico, quindi, una volta individuato il messaggio che volevo trasmettere, cercai di prepararne un estratto adattandolo alla lettura.
Scelsi il brano del primo incontro con Caterina, mia moglie, a testimonianza che ci sono uomini che hanno un profondo rispetto e grande riconoscenza per tutte le donne e fanno di tutto per rinnovare, giorno per giorno, le emozioni e l'amore anche dopo più di venticinque anni di matrimonio.
Ero entusiasta, per questa possibilità di promuovere il mio libro all'interno di un qualcosa ideato e costruito per le donne, ma non avrei mai immaginato cosa mi avrebbe portato.
Qualche giorno dopo Luisa Ferretti, che fa parte del cast e nello stesso tempo, quale esperta di comunicazione, la aiuta nella promozione dell'evento, mi disse che il brano era piaciuto ad Anna e che mi avrebbe chiamato per telefono.
Nel frattempo il nome Anna Di Paolantonio mi riecheggiava nella mente, era come se qualche parte del mio cervello mi stesse mandando un avviso inconscio.
E infatti qualche giorno dopo mentre ero al lavoro, si accese autonomamente un interruttore nella mia memoria che mi permise di ricordare dove l'avevo conosciuta.
D'altra parte lei stessa non si ricordava di me e mi aveva chiamato al telefono per un primo contatto, non dicendo niente di più che complimentarsi con me per il brano scelto e che avrebbe voluto leggere il mio libro.
Ebbene, più di venti anni prima Anna aveva organizzato un bellissimo e gustosissimo buffet alla inaugurazione della mia società. Inaugurazione che, ora ricordo, fu menzionata per lungo tempo da parte di tutti gli intervenuti proprio per le sue sapienti preparazioni culinarie.
Insomma il caso della vita voleva che io rincontrassi di nuovo Anna anche in questa nuova veste artistica e di impegno sociale.
Quella domenica dopo, a Roseto alla Villa Comunale ci incontrammo per il primo dei cinque spettacoli. La sua verve, la sua gentilezza e la sua bellezza era quella di vent'anni prima.
Mi presentò il cast di Amori Amari e già la prima impressione che ebbi, fu di un gruppo affiatato e ben composto per raggiungere il fine che lo spettacolo si proponeva: sensibilizzare il pubblico, attraverso un percorso circolare di filmati, musiche, letture, coreografie, testimonianze, in rapida sequenza. Un percorso emozionale che partiva dall'amore per poi perdersi nella consapevolezza del dolore delle testimonianze e riemergere di nuovo con una speranza.
Do una sbirciata alla sala da dietro le quinte, attento a non farmi notare. Il pubblico presente nella sala del Kursaal è numeroso e stimo che siano presenti quasi trecento persone, molti addirittura sono in piedi.
Vedo Anna entusiasta che carpisce forza aggiuntiva da quello splendido pubblico e la ritrasmette a tutti noi a piene mani.
Stasera, sul palco,ci sono due leggii affiancati. Ci sarà anche una insegnante che tradurrà i nostri testi per una parte del pubblico presente sordo-muto.
Alla prima lettura esco dalle quinte e mi reco verso il leggio. Mentre inizio a voce alta vedo, con la coda dell'occhio, la traduzione con il linguaggio dei segni. Ho un momento di difficoltà, non ci sono abituato e il vedere la traduzione mi emoziona ancora di più. Faccio fatica a ricompormi per ciò che sto provando: mi sento onorato di poter raccontare ciò che avevo scritto anche a coloro che non avrebbero potuto sentirmi, come se le mie parole potessero avere anche un'altra superiore dimensione.
Termino e parte l'applauso del pubblico. Non riesco a spiegare ciò che si prova lo sminuirei certamente.
Lo spettacolo prosegue impeccabile con una partecipazione del pubblico che riscalda i nostri cuori. Trovo veramente toccante la testimonianza del tragico evento che ha segnato Anna: la morte di sua sorella per mano del marito. E' un evento di cui non ero a conoscenza. La narrazione, da parte di Anna stessa, mi genera un peso alla bocca dello stomaco: penso al dolore che rinnova in lei una tale lettura e ammiro, nello stesso tempo, il suo coraggio.
Tutto il gruppo da il meglio di sé. Arriviamo alla fine dello spettacolo che neppure ci accorgiamo, provati ma felici.
Riporto in macchina un leggio e rientro dall'ingresso principale dell'edificio incrociandomi con le persone che stavano uscendo dalla sala. Molte signore mi guardano, percepisco il loro compiacimento, alcune mi sorridono e si congratulano con me.
Sono imbarazzato, non so cosa dire, ringrazio semplicemente.
Grazie Anna, grazie di avermi donato una parte di te che non conoscevo, grazie ai ragazzi che ti hanno aiutata in questa impresa condotta con pochi mezzi ma con immenso amore. Grazie per aver potuto anch'io far parte del tuo messaggio: mai più violenza su una donna.
(02.03.2016)