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Dalla presentazione del mio libro “Una vita come tante” alla amicizia con Franca

Era appena finito lo spettacolo teatrale "Nozze" al porto turistico di Pescara.
Finalmente eravamo riusciti, io e mia moglie Caterina, a vedere l'amica Maria, componente della compagnia teatrale "Gli Amici della Saletta", nel suo ruolo di una esperta organizzatrice di matrimoni.
Alla fine della rappresentazione stavamo facendo i complimenti a Maria che nel frattempo ci aveva raggiunti, quando il mio sguardo venne attratto da una signora che, nel suo percorso verso di noi salutava le persone che ancora erano presenti.
"Vi presento Franca Arborea la nostra regista, commediografa e titolare della nostra compagnia" disse Maria appena Franca Arborea si avvicinò a noi. Fui colpito dal suo sorriso, un sorriso aperto, schietto, pieno di vita. Venendo a sapere che ero un toscano trapiantato in Abruzzo, dopo averci cortesemente ringraziato della nostra presenza, Franca fece la battuta: "Beh un toscano potrebbe anche far parte della compagnia!” Imbarazzato dalla sua immediatezza, risposi che forse non sarei mai stato all'altezza.
Chi ha letto il mio libro "Una vita come tante" già conosce la mia innata attrazione verso donne che sanno trasmettere qualcosa di loro stesse al proprio interlocutore. Ebbene, non conoscendo neppure il suo passato, né tanto meno il suo prestigioso curriculum, quelle poche parole scambiate e soprattutto il magnetismo e l'affabilità dei suoi modi, mi avevano incantato anche se, in quel preciso istante, non avrei mai immaginato che cosa avrebbe portato l'evoluzione di quell'incontro.
Era poco più della metà di luglio e solo da poco la signora Teresa, la mia editrice mi aveva confermato l'uscita del libro per il primo di settembre e la possibilità di presentarlo all'ex Aurum a Pescara nell'ambito della manifestazione estiva "Solstizio/Equinozio Aurum Festival".
Maria mi aveva già dato la sua disponibilità a leggere alcuni brani del libro, ma la mia mente, dopo quell'incontro, aveva un tarlo: desideravo che fosse Franca Arborea a presentare il mio libro.
Presi il coraggio a due mani e con una certa sfrontatezza, che sinceramente non mi è connaturata, chiesi per telefono a Maria: "Maria, i primi giorni di agosto avrò alcune copie del libro stampato, vorrei che tu ne dessi una alla signora Arborea e le chiedessi la sua disponibilità a presentarlo all'ex Aurum."
La prima settimana di agosto diventò così una settimana di grande agitazione: come avrebbe recepito il mio racconto "Una vita come tante" una persona di grande cultura e soprattutto una scrittrice di testi teatrali come Franca Arborea? Avrebbe apprezzato a sufficienza il racconto tanto da spendere il suo prestigio e il suo tempo per la mia presentazione?
Circa una settimana dopo arrivò la telefonata di Maria: "Ciao Pier ho apprezzato il tuo racconto e anche Franca mi dice che le sta piacendo. Appena lo ha finito ci vediamo tutti e tre a casa sua per stabilire come condurre la presentazione." Fu una liberazione dai miei agitati pensieri e una gioia immensa.
Chi ha avuto la possibilità di essere presente all'ex Aurum, ha sicuramente apprezzato la passione e la qualità della presentazione di Franca e tutti gli intervenuti mi fecero, nella settimana successiva l'evento, i complimenti per come era stata condotta la serata, per come avevano avuto il modo di conoscermi meglio attraverso le sue domande e le letture ma soprattutto l'ora e mezza era volata via lasciando le persone dispiaciute della fine stessa dell'incontro letterario.
Il lunedì successivo mi arrivò una telefonata di Maria che mi diceva: "Franca chiede se gli fai una lettura teatrale alla libreria caffè letterario punto Enaudi di Pescara". "Certamente!!". Risposi io senza neppure rendermi conto cosa stavo dicendo. Appena riagganciato il telefono mi dissi: "Ma che lettura teatrale faccio se a malapena riesco a leggere decentemente un brano dal mio libro!"
Mi feci coraggio, anche perché non avrei potuto rispondere diversamente a Franca che, con la sua presentazione del mio libro, mi aveva appena fatto un dono bellissimo.
Il sabato dopo mi ritrovai davanti ad una piccola ma qualificata platea di scrittori, poeti, studiosi letterari, per una lettura a tre voci di una riduzione fatta dalla stessa Franca Arborea di alcuni brani del libro "Il ritratto di Dorian Gray". Franca fu la voce narrante, Rachele, componente degli Amici della Saletta, l'amata Sybil Vane e io impersonai, niente meno, che Dorian Gray.
Nonostante il mio terrore, la preparazione alla lettura che Franca aveva condotto su di me con estrema pazienza nelle sere precedenti l'evento, mi fece raccogliere i complimenti del pubblico e soprattutto più importanti per me, i suoi complimenti.
Nella scacchiera della nostra vita, dove in parte ci affanniamo per cercare di fare le nostre mosse e il fato, o Dio, o chissà quale legge fisica ancora sconosciuta ci determina altre mosse, mi sono ritrovato in un mondo artistico a cui forse in fondo anelavo appartenere, protetto e preso per mano dal pezzo più importante: la regina.
Grazie Franca, non mi stancherò mai di ringraziarti delle tue attenzioni e per avermi aperto le porte verso un mondo che mi appassiona e mi suscita grandi emozioni. Spero solo, con tutto il cuore, di essere in grado di mantenere il passo per poter apprendere tutto ciò che mi vorrai insegnare.
Grazie amica mia.
(10.11.2015)