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Conosciamoci meglio..

Sono nato a Fucecchio, piccolo paese in provincia di Firenze, nel 1957.
Dopo le elementari mi trasferisco per ragioni di lavoro del babbo a Pontedera e qui ho abitato, con la mia famiglia, fino al completamento degli studi.
Quando da piccolo mi chiedevano: "Cosa vorresti fare da grande?", rispondevo: "Lo scienziato", poi, crescendo, rimasi molto deluso venendo a sapere che il titolo di scienziato non l'avrei potuto ottenere con un corso di studi e così ripiegai per un molto più comune titolo di ingegnere.
Mi laureo quindi a Pisa, in Ingegneria Elettrotecnica, e, immediatamente dopo, entro in Accademia Navale a Livorno per svolgere il 72° corso Allievi Ufficiali di Complemento perché ancora era obbligatorio il servizio di leva.
Ritengo il periodo trascorso in Marina uno dei più bei periodi della mia vita dove, non solo ho trovato l'ambiente che mi auspicavo di trovare visto che facendo questa scelta il mio periodo di leva da dodici mesi era diventato diciotto mesi, ma dove ho avuto soprattutto modo di fare le mie prime esperienze lavorative presso l'Ufficio Tecnico della Marina di Livorno come responsabile dei collaudi sui cavi elettrici navali che venivano forniti alla Amministrazione.
Appena finito il periodo di militare vengo chiamato dalla IBM Italia per un colloquio di lavoro.
Premetto che nella mia preparazione universitaria avevo sempre odiato la programmazione e gli elaboratori, questo perché durante gli studi c'erano miei colleghi che passavano intere giornate a fare un programma, magari per un calcolo ingegneristico e questo, secondo la mia opinione di allora, snaturava la mia essenza di ingegnere. Dicevo: “Se io avessi voluto programmare mi sarei iscritto alla facoltà di informatica e non a quella di ingegneria”. Questo aspetto mi fece venire tanto in odio l'informatica che quando mi laureai dissi la fatidica frase: “Tutti i lavori tranne che in informatica, tutti i posti di lavoro tranne Milano.”
Infatti vengo assunto in IBM a Milano!
Trascorro cinque anni a Milano dove, in realtà, mi trovo benissimo sia come ambiente lavorativo che come amicizie, tanto da non sentire il bisogno di cercare di rientrare in Toscana, nonostante nel frattempo me ne fosse venuta l'opportunità.
Una indimenticabile estate "galeotta" trascorsa in Abruzzo mi ha fatto conoscere mia moglie Caterina ed è stato amore a prima vista! Nel 1993 mi trasferisco definitivamente a Pescara e decido di cimentarmi in un rapporto di tipo imprenditoriale: costituisco una società di informatica di cui ancora oggi sono socio operativo e amministratore.
Nonostante il legame ancora forte con la mia Toscana, dove tutt'oggi risiede mia madre, tutti i parenti più stretti e gli amici del liceo, amo e mi sento così integrato in Abruzzo da definirmi più abruzzese di mia moglie.
Due anni or sono, per un evento fortuito, riesco a far uscire dal cassetto un mio sogno: scrivere un libro.
Avevo sempre scritto piccole poesie, per le persone amate, per gli amici e per me stesso, ma il sogno era scrivere un libro, un libro per lasciare qualcosa di me; non un semplice oggetto ma qualcosa che mi facesse rivivere nei miei figli, negli amici, e nello stesso tempo, riuscisse a trasmettere qualche elemento di riflessione anche per coloro che si fossero imbattuti più o meno casualmente nella lettura.
Nel 2014 spedisco il manoscritto inedito "Una vita come tante" al Concorso Vallavanti Rondoni e gli viene attribuito il terzo premio nella sezione racconti inediti.
Da questo riconoscimento partirà la mia avventura editoriale che mi ha portato a conoscere un mondo affascinante, completamente a me sconosciuto e a lavorare con donne di grande professionalità e di altrettanta passione: lo splendido team editoriale della Artemia.
Ma questa è un'altra storia...
(23.10.2015)